La scoperta è a guida italiana, apre la via a nuove cure
Un livello eccessivo di una proteina nelle cellule immunitarie è il tratto distintivo di chi soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo. E' questa la scoperta che ha fatto un team di ricercatori coordinati dall'Università di Roehampton e dalla Queen Mary University, a cui hanno partecipato anche studiosi delle Università di Teramo e Milano, che hanno notato l'alta presenza dell'Imood nei loro linfociti. Potrebbe essere questa la chiave per un nuovo trattamento contro questo genere di disturbi mentali. Sui topi i ricercatori hanno certificato che alti livelli di questa proteina sono legati a comportamenti caratteristici del disturbo, con ansia e stress. Quando i ricercatori hanno trattato gli animali con un anticorpo che ha neutralizzato Imood, i livelli di ansia si sono ridotti.
Questi risultati portano oggi gli studiosi a sviluppare, insieme a un'azienda farmaceutica, un potenziale trattamento per gli esseri umani. "Ci sono prove crescenti che il sistema immunitario svolga un ruolo importante nei disturbi mentali - ha detto l'italiano Fulvio D'Acquisto, docente di immunologia all'Università di Roehampton che ha guidato la ricerca - E' noto che le persone con malattie autoimmuni hanno tassi più alti della media di disturbi di salute mentale come ansia, depressione e disturbo ossessivo-compulsivo. I nostri risultati ribaltano gran parte del pensiero convenzionale sui disturbi di salute mentale causati esclusivamente dal sistema nervoso centrale". D'Acquisto stima che potrebbero essere necessari fino a cinque anni prima che un trattamento possa essere sottoposto a studi clinici. I risultati di questo lavoro sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Brain Behaviour and Immunity.
fonte: Brain Behaviour and Immunity.
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